Domande frequenti

Quale differenza tra psicoterapia e consulenza psicologica? 

La consulenza psicologica solitamente si riferisce ai primi incontri tra psicologo e paziente, assume nella maggioranza dei casi la finalità di definire/chiarire il quadro problematico e stabilire le aree di intervento.  Può avere fini esclusivamente diagnostici e prevedere l’utilizzo di test e questionari, oppure avere  lo scopo di offrire sostegno psicologico per una fase delicata e difficile che la persona sta attraversando.

Già i primi incontri tra psicologo e paziente sono intervenienti, nel senso che già impattano sul sistema cognitivo, relazionale ed emotivo del paziente. Solitamente si definisce consulenza psicologica un percorso della durata di massimo 5 incontri.

La psicoterapia è un percorso di maggior durata rispetto la consulenza psicologica e si definisce in relazione al tipo di obiettivi che si intende conseguire, quali ad esempio: la riduzione della sofferenza psicopatologica e dei sintomi, una migliore consapevolezza di sé, delle proprie capacità/potenzialità, l’ aiuto a superare e far fronte a cambiamenti che la vita impone (lutti, perdite, separazioni, disabilità ecc); il raggiungimento di un miglior equilibrio emotivo personale, miglioramento delle capacità relazionali, comprensione e soluzione dei problemi e dinamiche presenti nella coppia e nella famiglia.

Solo un medico psicoterapeuta o psicologo psicoterapeuta possono intraprendere un percorso di psicoterapia.

 

Come lavoro?

Utilizzo un approccio sistemico relazionale integrato che considera gli individui e i gruppi come un sistema, iscritti a loro  volta in altri sottosistemi, che sviluppano propri modi di autoregolarsi e di trovare equilibri, anche nella sofferenza e nella disfunzionalità.

 L’approccio sistemico relazionale si afferma negli Stati Uniti negli anni ’50 e interpreta il comportamento umano generato non solo da conflitti  interiori dell’individuo o pre-determinato  e inscritto in una relazione causa-effetto con l’ambiente in cui la persona vive. L’approccio sistemico relazionale pone al centro del proprio interesse le relazioni che la persona instaura nei diversi contesti d’appartenenza, la famiglia, la coppia, la scuola, gli amici,  il lavoro, e l’assunzione dei ruoli nei diversi contesti sociali.

Le persone infatti non vivono isolate, i comportamenti cambiano in relazione ai contesti,  e il mondo di ciascuno di noi è il risultato della coordinazione dei linguaggi e dei comportamenti che si costruiscono nei contesti

I bisogni individuali possono venire soddisfatti all’interno delle relazioni oppure ostacolati e generare disagi, sofferenza e disturbi.

 I comportamenti individuali, così come il sintomo,  acquisiscono significato solo se inquadrati all’interno dei contesti d’appartenenza della persona e spesso il disturbo diviene l’elemento regolatore del sistema stesso.

L’apprendimento di nuove o diverse modalità di interazione con il contesto, spingono il sistema a ricercare nuovi equilibri ed uscire dalla sofferenza e dal disagio.

L’individuo è inteso come sistema somato-psichico e psico-corporeo, è ormai superata la scissione mente-corpo, la parola come il corpo parlano in terapia, attraverso le modalità espressive linguistiche, malesseri, corporei, i disturbi ed i  comportamenti volontari e involontari. L’individuo è un sistema che si relaziona con altri sistemi come la coppia,  la famiglia, istituzioni e altri gruppi di riferimento.

La narrazione di sé permette alla persona di rielaborare la storia passata, per comprendere il presente e gettare le basi per un futuro basato sulla consapevolezza e la libertà di scelta.

L’approccio sistemico relazionale diviene integrato perché si apre ai modelli cognitivo- comportamentale, al costruttivismo, al modello strategico, allo schema therapy e alle tecniche PNL.

Nella terapia individuale aiuto le persone a comprendere i modelli relazionali e le premesse teoriche che stanno alla base del loro  disagio. Le idee perfette, i “sani principi”, le convinzioni irrazionali profonde che spesso  sfociano in disturbi d’ansia, depressione , fobie, disturbi ossessivi, deficit di autostima, ecc.

 Nella terapia di coppia e familiare l’obiettivo è aiutare le persone a riconoscere con quali regole, implicite ed esplicite, quel sistema sta funzionando, cosa fa soffrire i membri del sistema , quale ruolo attivo ciascuno esercita nel contribuire a generare modalità disfunzionali  come ad esempio:  problematiche sessuali, dipendenza/controdipendenza dal partner o dalla famiglia di origine, le divergenze negli approcci educativi,  gli stili di attaccamento relazionale che originano le diverse modalità di interazione, ecc.

 Data la possibilità di lavorare scegliendo i diversi contesti (individuale, di coppia e familiare), valuto ogni volta la scelta più adeguata a prendere in carico la situazione specifica.

Il numero e la frequenza degli incontri vengono stabiliti insieme al paziente in relazione agli obiettivi del percorso e alle esigenze reciproche.